Il Farmacista Di Auschwitz by Dieter Schlesak

Il Farmacista Di Auschwitz by Dieter Schlesak

autore:Dieter Schlesak [Schlesak, Dieter]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788811694410
Google: EkP1TgEACAAJ
editore: Garzanti Libri
pubblicato: 2011-10-15T09:17:56+00:00


dell’antisemitismo è stato proprio il Vaticano. E Hitler proveniva dal cattolicesimo. Gli ebrei avevano pur crocifisso Cristo. Pio XII era lui stesso un fervente antisemita».

Capesius: «Ma l’Innitzer sapeva che bisognava tacere. E l’Innitzer era qualcuno più importante del signor vescovo, di quell’altro, del dottor Lucas… Ma io non ho tirato fuori al processo la faccenda Innitzer per via dello zio. E questi verosimilmente ha sentito qualcosa sul mio conto…».

Signora Fritzi Capesius: «Ma, Victor, allora, nel 1964, lui era già morto…».

Capesius: «Sicuro, ma la zia non era morta, né i figli. Ed è comunque sempre uno shock quando si comincia a parlare di qualcosa del genere.

L’intera famiglia ne soffre…».

Signora Fritzi Capesius: «Scusa, il Finsterer ha parlato, io l’ho detto di mia spontanea volontà a mia madre, ma poi il Finsterer è crollato miseramente, è finito in preda alla pazzia. Quest’uomo raffinatissimo è poi in effetti finito miseramente, ma aveva ancora sprazzi di lucidità e ha detto: “Io l’accetto come punizione”. Lui era molto devoto e cattolico. “Io l’accetto come mia punizione, questa sofferenza, perché sapevo

e

non

ho

trovato

il

coraggio

di

intraprendere

qualcosa

contro…”».

Adam: «Ma la stessa signora Capesius era mezzo ebrea…».

«Sì. E diceva anche che non rispondeva al vero che alcuni ebrei ad Auschwitz si fossero opposti e avessero fatto resistenza.» Adam: «Sì, ci furono molti casi e poi c’è stato il Gruppo di combattimento Auschwitz. E

il nostro Gruppo di resistenza nel crematorio. Ma c’è stata anche una resistenza religiosa. Io non posso dimenticare questa scena, uno dei miei compaesani l’ha descritta e la si ritrova anche nei miei diari: “Era la Pasqua del 1944. Arrivò un trasporto dalla Francia, da Vittel. Tra i deportati c’erano anche molte personalità ebree di rilievo, un rabbino di Bayonne, il rabbi Mosze Friedman, di santa memoria, una delle maggiori autorità dell’ebraismo polacco, una rara figura di patriarca. Davanti alla camera a gas anche lui si spogliò come tutti gli altri. Più tardi entrò nel locale un Obersturmführer. Il rabbi gli si avvicinò, lo afferrò per il risvolto dell’uniforme e gli disse in tedesco: ‘Voi, crudeli, volgari assassini, non crederete di riuscire a sterminare il nostro popolo. Il popolo ebreo vivrà in eterno e non scomparirà dall’arena della storia del mondo. Ma voi infami assassini dovrete pagare molto caro con dieci tedeschi per ogni ebreo innocente. Voi sparirete non solo come potenza, ma anche come popolo. Verrà il giorno della resa dei conti. Il sangue versato chiederà di essere vendicato. E il nostro sangue non avrà pace sino a che sul vostro popolo non si abbatterà l’ira ardente dell’annientamento e sino a che non sarà annientato il vostro sangue bestiale’. E queste parole le disse con un’energia e una voce che pareva il ruggito di un leone Capesius: «Ma a chi si sarebbe potuto dire?».

Signora Fritzi Capesius: «Ma, scusa… a quell’epoca…».

Capesius (agitato la interrompe).

Signora Fritzi Capesius: «…a quell’epoca, perché ora si possono vedere le cose da un’altra prospettiva… La sofferenza come punizione, perché io avevo saputo, proprio da lui avevo saputo, così ha detto il Finsterer, che cosa succedeva là e perché non ho trovato il coraggio di fare qualcosa contro quella situazione.



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